mercoledì 14 febbraio, serata di San Valentino
mercoledì 14 febbraio, serata di San Valentino
2 febbraio, selezione Mister Afterline inverno 2018
vieni anche tu a votare la tua stella!
Ecco i dieci gogo boy che parteciperanno al contest Mister Afterline Inverno 2018. Venerdì 2 febbraio dalle 21.30 al mattino. Ingresso libero (no tessera), euro 10 incluso drink e guardaroba, drink successivi solo 5 euro. Dj Andy, vocalist Michele Silba. Sala fumatori, wifi, darkroom. A pochi passi dalla Stazione Centrale di Milano, via Sammartini 25
Simone
Alessandro
Andrea
Gennaro
Fabio Cobra
Demo
Chris Palermo
Stefano Drago
Alex Torino
Alex Randi
UNA SERATA MAGICA
il vincitore è Simone Guarnieri
Guarda il video
Venerdì 6 ottobre si è svolta l’elezione di Mister Afterline 2017.
La serata è stata piacevolissima, ci siamo divertiti e siamo stati bene iniseme, attendendo, con la dovuta adrelina l’elezione del vincitore.
Un grazie a tutti i bellissimi concorrenti e a tutti gli amici intervenuti alla serata.
Un grazie particolare a Luca Guadagni che ha realizzato un dettagliato reportage della serata
Ha vinto Fabio
Ecco i 10 gogo boys che parteciperanno venerdì 6 ottobre all’elezione di Mister Afterline 2017,
presso l’After Line Big, via Sammartini 25, Milano, a pochi passi dalla Stazione Centrale.
Vincerà chi avrà ricevuto più dollari infilati negli slip da parte dei clienti.
Ingresso libero (no tessera), solo 5 euro, guardaroba incluso.
Ogni drink 5 euro, consumazione facoltativa. Buon divertimento!
Compleanno di Felix Cossolo, brindisi offerto, go go boy, venerdì 29 settembre. Afterline big, via sammartini 25 a pochi passi dalla stazione centrale di Milano
ingresso senza tessera
(free entry, no member card)
VIA SAMMARTINI 23 – 25 – MILANO
A DUE PASSI DALLA STAZIONE CENTRALE
Ti aspettiamo dopo la parata per continuare a festeggiare.
Afterline Big e Small
via Sammartini 23 e 25 – Milano
venerdì 31 marzo ha riaperto l’Afterline, ora battezzato Big Afterline per distinguerlo dal locale più piccolo, Small Afterline, in via Sammartini 23, aperto tutte le sere a partire dalle ore 21.
La gestione dei due locali è di nuovo nelle mani di Felix Cossolo, che si è attivato e si sta attivando in una serie di migliorie logistiche e organizzative.
La serata dell’apertura ha visto intervenire tantissimi amici.
Il Big Afterline sarà aperto sabato e domenica a partire dalle 21, anche il Big è un locale pubblico e non richiede tessera di ingresso, entro le ore 23 l’ingresso costa 5 euro e dà diritto a una consumazione. Dalle 23 l’ingresso costa 8 euro.
Proponiamo qui di seguito due gallery della serata con foto realizzate da Luca Guadagni
Nel mondo occidentale sono moltissimi i Paesi che ormai hanno una legislazione che garantisce appieno i diritti della collettività lgbt. In Italia, come tutti sanno, non abbiamo ancora una legge per i diritti delle coppie omosessuali né una buona legge contro le aggressioni omofobe, per non parlare della totale assenza di qualsiasi campagna contro le malattie a trasmissione sessuale. Siamo quindi all’anno zero? Direi proprio di no! Come dimostra il libro dell’amico Felix Cossolo, in Italia abbiamo avuto una storia gloriosa e ai pionieri va riconosciuto il merito di averci messo la faccia quando erano pochissimi gli omosessuali che facevano coming out. Gli anni Settanta, Ottanta, Novanta visti ora sono passati come un fulmine che però ha cambiato per sempre il Belpaese nella cultura e nella società. La mia opinione è proprio questa: abbiamo fatto una rivoluzione gentile, senza violenza, senza prevaricazioni, ma abbiamo convinto milioni di italiane e di italiani che l’omosessualità è naturale e normale come l’eterosessualità. Siamo riusciti persino a ottenere qualche legge come il diritto d’asilo per gli omosessuali extracomunitari perseguitati nel loro Paese, una norma contro le discriminazioni degli omosessuali sui luoghi di lavoro e vittorie morali come il vitalizio per Aldo Braibanti che fu il più noto intellettuale omosessuale perseguitato nelle aule giudiziarie negli anni Sessanta.
Oggi in Italia secondo l’Istat (ente statistico di Stato) ci sono più di un milioni di persone lgbt dichiarate, ciò vuol dire che decine di milioni di italiani amici, parenti, compagni di lavoro vivono a fianco di una persona lgbt. Il merito di questa rivoluzione gentile va a tutti coloro che si sono battuti, senza risparmiarsi, per cambiare un mondo dove l’omosessualità era illegale o comunque perseguitata.
La storia che racconta Felix Cossolo attraversa le nostre vite, i nostri anni, i nostri insuccessi come le nostre vittorie. Per secoli l’omosessualità è stata perseguitata e la diversità sessuale additata come “vizio orrendo” mentre di orrido c’era solo il pregiudizio e l’ignoranza. La parola omosessuale era innominabile e, soprattutto, la chiesa cattolica diceva che gli omosessuali non esistevano neppure. Recentemente il coming out di un altissimo funzionario vaticano ha fatto tremare le mura leonine mentre il rapporto sulla secolarizzazione in Italia ci dice che sempre meno persone ubbidiscono ai dictat moralisti di una chiesa maschilista e arcaica.
Possiamo dire quindi che la storia siamo “anche” noi che abbiamo cambiato e migliorato il Belpaese perché non c’è futuro per nessuno se non si conosce il passato, se non c’è memoria delle sofferenze e delle lotte che ci hanno accompagnato fin qui. Felix Cossolo ce la racconta a partire dalle prime battaglie lgbt in Italia, con il mensile “Lambda”, i gay camp, “Babilonia”, la libreria Babele, la gay street di Milano, i locali come l’After Line. Una vita creativa e intelligente che ha dato a moltissime persone la possibilità di essere se stesse e di vivere con serenità.
Franco Grillini
Presidente onorario Arcigay
Presidente di Gaynet
Nella comunità gay tutti sanno chi è Felix Cossolo ma la conoscenza di questo personaggio, che tanto ha fatto sul piano dei diritti civili, dell’abbattimento di atavici pregiudizi in ambito politico e culturale, nella divulgazione periodica, con le numerose riviste fondate e dirette, in ambito ricreativo, per gli eventi, le feste, i locali, i campeggi, i viaggi organizzati, e molto altro ancora, travalica l’universo omosessuale per entrare di diritto tra le pagine della storia recente. Storia degli ultimi quarant’anni che, come è noto, sotto il profilo dei costumi, racconta radicali, innovativi e impensabili cambiamenti. è quasi difficile, oggi, pensare al disagio e alla solitudine che solo fino a quarant’anni fa, accompagnava l’intera vita di una persona omosessuale, all’emarginazione, alla ghettizzazione, alla violenza fisica, verbale, psicologica, evidente e chiassosa, così come sottile e quasi impalpabile, ma altrettanto feroce.
“Un rapporto omosessuale non è il Male (…) è un rapporto sessuale come un altro. Dov’è, non dico la tolleranza, ma l’intelligenza e la cultura, se non si capisce questo?”. Così scriveva Pasolini in un articolo per “Il Mondo” nell’aprile del 1974. Ma intelligenza e cultura non erano le lenti con le quali l’opinione pubblica e tanta di quella intellettuale guardava il mondo gay. è difficile oggi pensare a quanto fosse problematico, solo quarant’anni fa, dichiarare la propria omosessualità ad amici e parenti perché oggi, al di là di poche isole di ottusa idiozia, il nostro pensiero è realmente cambiato.
L’idea di Felix di scrivere un libro nasce dalla necessità di testimoniare, come protagonista costantemente esposto, tanto nel pubblico quanto nel privato, il fermento e l’effervescenza culturale di questi anni, le tappe che hanno segnato l’evoluzione di un movimento inquieto, insofferente, estremamente vitale e creativo, precorritore e foriero di riflessioni raffinate e sottili. Così la storia di un uomo diviene specchio ed eco della storia di una collettività, di un movimento, di onde concentriche che si sono dilatate in superfici sempre più ampie, di pianti soffocati, di risate scroscianti, di sorrisi complici, di rabbia esplosa, di provocazioni destabilizzanti, di armonie complesse, di battaglie politiche e culturali condotte con tenacia e fermezza. Parlare di Felix Cossolo e di altri pionieri del movimento gay significa ripercorrere una storia recente che non deve, per nessuna ragione, essere dimenticata perché le strade delle discriminazione sono tuttora trafficate, perché la ghettizzazione investe molti sentieri della vita di tutti i giorni decorandosi con orpelli di facile buonsenso, perché l’emarginazione è, purtroppo, una tema di costante attualità, perché tante raffinate riflessioni partite dal movimento LGBT si sono insinuate e hanno sedotto anche il mondo etero.
I preziosissimi archivi di documenti, riviste, libri, volantini e molto altro che Felix conserva gelosamente avranno la funzione di attentissime Vestali nell’ambizioso compito di dipanare un quarantennio, 1975-2015, denso, forte, rapace, instancabile, unico come un sogno che diventa realtà.
Lucia Mazzilli
After Line
Quando nacque fece scalpore: per la prima volta i go go boys ballavano sul bancone e sia il ristorante sia il disco bar erano talmente affollati da rendere necessaria l’apertura di nuovi spazi quali la sala Oasi rosa e la sala Metro. Il giorno prima dell’inaugurazione scritte naziste antigay comparvero sulle saracinesche del locale. Franco Grillini ed io, inaugurando la ‘gay street’ avevamo apposto una targa simbolica. Era una provocazione ma ebbe il suo effetto, interessando i media che fecero un grande battage pubblicitario all’evento. Nel corso degli anni l’After Line ha ospitato trasmissioni televisive e personaggi pubblici diventando molto conosciuto a livello nazionale. Il locale alternava serate di vario genere: da quella di musica revival e disco, a quella con i go go boys e musica commerciale, fino ai momenti hot con spettacoli di strip integrale e al famoso single party (il 16 agosto del 1995, mentre Milano era deserta, l’After poteva contare oltre 800 clienti paganti alla “ricerca dell’anima gemella” guidati dal memorabile Dario Enriquez).
Il mio sogno si stava realizzando: nella gay street c’erano bar, locali notturni, club privati, sauna, libreria e redazione di un giornale. Un successo. Eppure rimaneva aperto un grande problema: la via era squallida e degradata, iniziò quindi la battaglia per la sua riqualificazione.
Feci fronte al calo di clientela a causa dell’incuria e della concorrenza con una strategia pubblicitaria insolita ma produttiva: investii in un anno 100 milioni di lire in budget pubblicitario sul “Corriere della Sera” e 50 milioni su “la Repubblica” (era la prima volta che i due maggiori quotidiani nell’inserto milanese pubblicavano la pubblicità di un locale gay). Fu di nuovo un successo di pubblico.
Nel 2004 decisi di ritirarmi e di dare in gestione il locale ai miei dipendenti. Iniziò il declino. Nel 2008 subentrò la gestione degli amici del Trap di Brescia. Poi ci si è messo anche il Comune con il vice-sindaco De Corato che, con la sua ordinanza di chiusura anticipata alle 22.00, determinò la chiusura forzata del locale.
Tra corsi e ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato siamo arrivati al 2009. Con l’ultima sentenza del Tar della Lombardia è stato possibile riaprire.
Dopo situazioni incresciose nei confronti dei clienti (aggressioni e furti) decisi di tornare all’attacco e coinvolsi i mass media e alcuni rappresentanti del Comune e del Consiglio di Zona 2. La giunta Moratti fece orecchie da mercante, ma con Pisapia cominciano a vedersi segnali di rinnovamento, grazie anche all’assessore Carmela Rozza, sollecitata dalla consigliera Rosaria Iardino, impegnate a riqualificare la prima gay street italiana.
A fine settembre 2015 ho deciso di dare l’After in gestione a Fiorenzo Marras, con una nuova avventura, una nuova storia, tante energie e un nuovo nome: “Confused”.
Dal 12 gennaio 2017 l’After riapre in una nuova location (ex Club 23), sempre in via Sammartini al civico 23. Torno a gestirlo in prima persona come locale pubblico senza tessera.